#fertilityday – un balzo indietro di un secolo tondo

Siamo incappate ieri nella vergognosa campagna per la fertilità promossa dal Ministero della Salute, il #fertilityday previsto per il 22 settembre.

campagna

Facciamo due riflessioni in breve:

  1. se anche l’intento di questa iniziativa fosse quello di informare correttamente circa la salute sessuale, prima di tutto non occorreva istituire una giornata dedicata, ma semplicemente implementare quella parte della legge 194 che parla di educazione e informazione, magari nelle scuole; e secondo l’accento non avrebbe dovuto essere sulla fertilità, per di più soprattutto sulla fertilità delle donne, ma sulla salute sessuale delle persone, di cui la fertilità rappresenta un aspetto insieme a tanti altri, e un’opzione, non un destino salvo scadenza.
  2. La “fertilità è un bene comune”??? Questo slogan da solo rende inaccettabile tutta la campagna. Le donne non sono yogurt in scadenza (“la bellezza non ha età, la fertilità sì”), ma soprattutto i nostri corpi NON sono beni, per di più pubblici.

Cartolina-5

Rifiutiamo con ogni fibra di essere così definite.

Se invece di spendere i fondi pubblici in questo modo, li si spendesse per una onesta educazione sessuale, non sarebbe meglio?
Il Ministero della salute farebbe bene a occuparsi di educazione sessuale nelle scuole e della salute dei cittadini, a prescindere dalle scelte riproduttive di questi.
Quello del lavoro e quello dell’economia farebbero bene a occuparsi del mercato del lavoro, che ancora esclude e discrimina le donne.
Quello del welfare farebbe bene ad occuparsi del sostegno ai cittadini in tutti i frangenti.
Quello per le pari opportunità… ops, non c’è. C’è solo un dipartimento che resta una scatola vuota.
C’è altro da dire?

5 commenti

  1. IL VERO PROBLEMA DELL’EUROPA E’ IL CALO DEMOGRAFICO
    “Gli Europei non fanno bambini. È un suicidio, fra 20 anni ci saranno pochi a guadagnare e tanti da sostenere nel sistema del welfare. Se non si fanno bambini allora servono migranti, e non solo un milione, ma 10, 15 milioni di migranti”. Lo ha detto Joseph Weiler, Presidente dell’Istituto universitario europeo (Eui), che il 23 agosto pomeriggio, ha partecipato all’incontro “Quo Vadis Europa?”, organizzato nell’ambito del Meeting di Rimini. Se è questo il retroterra politico della campagna sulla fertilità, allora bisognava dirlo apertamente: l’Italia è la nazione europea con la peggiore recessione demografica, già ora senza i lavoratori stranieri non potremmo pagare le pensioni attuali degli italiani. Ma queste cose non le dice nessuno…

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