Con l’avvicinarsi delle elezioni europee, si ritorna a parlare di calo demografico e della necessità di aumentare le nascite: da destra, per obiettivi fascistoidi di incremento della razza (quale? A parte il fatto che le razze non esistono, gli italiani sono da tempo immemorabile il prodotto di incroci tra moltissimi popoli diversi) e di schiavizzazione delle donne; da sinistra, perché c’è bisogno di un ricambio generazionale e siamo di fronte ad una crisi demografica senza precedenti nella storia.
Mettiamo che qualche parte politica mantenga le promesse di sostegno alle donne: sarebbe sufficiente a cambiare la situazione?
Io penso che non dovrebbe esserlo. In primo luogo, perché sarebbe terribilmente squallido barattare la venuta al mondo di nuove vite con qualche concessione; in secondo luogo, perché la crisi non è solo demografica ed economica, ma molto più profonda; in terzo luogo, perché c’è un enorme bisogno di ripensare la maternità in un’altra ottica. E’ sacrosanto pretendere la libertà di scelta individuale sul tema, ma non è sufficiente. La maternità rimane comunque una questione pubblica e politica, e se vogliamo sottrarla davvero al controllo patriarcale dobbiamo ripensarla come tale, e a livello planetario, tra le donne di tutto il mondo. Le politiche demografiche di stampo fascista e razzista sono da rifiutare non solo perché si basano su ideologie inumane, ma anche perché sono diventate completamente inadeguate a risolvere i problemi del nostro tempo. Oggi il mondo è interdipendente come mai prima, per cui nessun problema si può affrontare, e tanto meno risolvere, solo su scala nazionale. L’ambiente, le guerre, l’accesso alle risorse, i movimenti migratori, ecc… sono questioni di portata planetaria. Per tornare alla questione della maternità, se la affrontiamo su questa scala, è evidente che è necessario un drastico calo demografico a livello mondiale, perché le risorse si stanno esaurendo e le politiche di adattamento ai cambiamenti climatici non sono radicali come dovrebbero. Le prospettive di futuro sono scarse e fosche per tutto il pianeta. Del resto, molte di noi ne sono consapevoli, ben più dei politicanti miserabili che siedono nei governi, qui e altrove.
D’altra parte, c’è la possibilità di creare un equilibrio tra la sovrappopolazione di alcune zone del mondo, destinate a svuotarsi sia per questo, sia perché i cambiamenti climatici le stanno rendendo inabitabili, e l’invecchiamento di altre, ma per questo bisogna affrontare un tema che il neofascismo al potere ha reso tabù: l’accoglienza delle popolazioni migranti nei piccoli paesi rimasti spopolati, non solo in Italia, in un’applicazione generalizzata del “modello Riace” che non può avere che conseguenze positive (a proposito, per chi non lo sapesse, il progetto di Riace sta andando avanti con le sue forze, ma c’è ancora bisogno di contributi. Gli interessati possono fare una donazione tramite la Rete dei Comuni Solidali). Ancora una volta, le politiche neofasciste e razziste si rivelano miopi, oltre che inumane, perché il numero dei rifugiati climatici è destinato ad aumentare nei prossimi decenni.
Un altro problema è la cura dei bambini orfani, che nel mondo sono più di 170 milioni. Sarebbe un bell’obiettivo garantire a tutti loro affetto e una vita dignitosa, e non ci sarebbe niente di scandaloso nell’anteporre i bambini che già ci sono a quelli che esistono solo in mente Dei.
Insomma, per riappropriarci della maternità c’è bisogno di una visione ampia, ambiziosa e solidale, l’unico antidoto al neofascismo che avanza nel mondo e che ha tutte le intenzioni di seppellire i nostri diritti e finire di ridurre in rovina il pianeta.
Irene Starace
[…] della Maternità ha generato, siamo su un Pianeta che non è infinito, ringrazio Irene Starace per questo suo approfondimento a tal proposito), Madre è Colei che Ac-Compagna la Vita, i Passaggi e la Cronologia delle […]
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