Anni fa, quando avevo appena iniziato il mio percorso d’infertilità, conobbi un’altra Emma, anch’essa con i medesimi problemi, grande autoironia, profonda, adorabile imperfezione umana e amore per le parole.
La differenza fra noi, tuttavia, era tangibile: io di carne, ossa, sangue e boccoli; lei di carta, protagonista di un romanzo, “Confessioni di una aspirante madre”, scritto da Lisa Corva.
Sì può ridere e sorridere nel corso delle proprie battaglie: le rende più sopportabili fino a minimizzarle e a farle rientrare nella categoria “esami” che tutti, proprio tutti, anche i più fertili, possiedono, spesso nella duplice accezione del termine in questione.
E, così, una storia triste o noiosa diventa buffa, ma non meno reale, e i suoi spigoli si smussano fino a renderla una palla. Una palla con cui giocare, ma, soprattutto, che può rimbalzare e finire in mano altrui, come un libro.
Il tentativo di concepimento, per una coppia infertile, avviene, prima di ricorrere alla fecondazione assistita o ad altri percorsi di genitorialità, in uno stadio intermedio fra il letto e lo studio del ginecologo. Si chiamano “rapporti mirati”, ed effettivamente ci si sente presi di mira dalla Natura!
Ne volete un esempio tipo? Leggete:
Ore 7.00 (o molto prima!)
Prendete la temperatura basale, prima di aver raggiunto il bagno per fare pipì e di aver detto “buongiorno”. L’ora è indicativa, infatti, spesso, nel cuore della notte, in preda al panico, vi ritroverete ad armeggiare al buio con il termometro, rovesciando il bicchiere d’acqua posto sul comodino direttamente sul gatto.
In seguito, annotate il dato numerico su un pezzo di carta, sulla mano, sul muro. Non importa: non bisogna dimenticarlo!
Ore 8.00 (o molto prima o molto dopo!)
Al risveglio, ossia quando è lecito fare pipì e bere una tazza di latte, premunitevi di eseguire i compiti, ossia: annotare la temperatura rilevata; controllare la presenza di muco cervicale; aggiornare con i dati presi dallo stick che indica l’ovulazione (di solito decifrabile con i super poteri); segnare con una crocetta se si sono avuti rapporti sessuali.
Al termine del mese, unirete i puntini e verrà fuori un grafico, sicuro meno divertente di un’immagine della “Settimana Enigmistica”, ma più utile al ginecologo, per il quale non avrete segreti.
Una postilla sullo stick ovulatorio, che si esegue come un test di gravidanza: se prima di misurare la temperatura basale la vostra vescica sarà sul punto di scoppiare, per lo stick sarete prese da ansia di prestazione.
Ore 11.00 (o 7 ore dopo, dipende dalla fila nello studio del ginecologo)
Un bel monitoraggio ecografico dell’ovulazione ce lo vogliamo far mancare? Sia mai.
SEMPRE (il servizio è efficiente ed attivo 24 ore su 24)
Parenti, amici, vicini di casa, conoscenti e persone mai viste prima vi dispenseranno preziosi consigli, ai quali, da soli, non avreste mai pensato. Mai.
- Dovete rilassarvi!
Effettivamente ora sto provando un insano istinto violento…
- Dovete fare l’amore nei giorni dell’ovulazione.
Ma no? E io che leggevo il manuale dell’accoppiamento in sanscrito. Devo aver tradotto male.
- Ma chi ve lo fa fare?
Che vuoi che ti dica, il metodo tradizionale ci annoia!
- Non forzate la natura, evidentemente è destino che non dobbiate avere figli.
No comment. Dato che di solito non è proprio zen chi fa queste osservazioni, ma si dispera se non trova parcheggio esattamente sotto il proprio balcone.
- Fatevi una bella vacanza soli soletti!
Intendi a Lourdes?
- Potessi vi darei un paio dei miei pargoli! Mi fanno dannare.
Grazie, stasera li passo a prendere e avviamo il procedimento di adozione.
- Ma vi piace fare l’amore così?
Tolto il termometro, sono come tutte. Credimi sulla parola.
Dopo che avrete tentato di argomentare che l’infertilità non colpisce le facoltà intellettive e che ancora ragionate e siete rilassati fin troppo, dato che non avete ancora urlato a qualche malcapitato di farsi gli affari propri, capirete che è inutile.
Sorriderete e alla domanda: «Quando vi decidete a fare un figlio?» risponderete, serafiche: «Quando il Signore vorrà».
E allora vi risponderanno, abbassando il tono della voce: «Ma oggi un figlio lo fanno tutti! Basta rivolgersi ad un ginecologo e seguire delle cure! Ci sono mamme di 50 anni suonati: datemi retta e provate ad avere rapporti, come si dice… ammirati!».
Emma Fenu
ho riassunto questo mio stesso percorso con queste parole: mentre il ginecolo chiacchiera amabilmente con mio marito (suo amico) infila un aggeggio nella mia intimità e dice :”io non riesco a capire perchè tu non resti incinta”…e la storia delle mutande in mano, tolte anche senza andare dietro un ridicolo quanto inutile paravento, si ripeterà al prossimo controllo ecografico fissato dopo 48 ore. Tutto questo per tre lunghissimi anni
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