Lo spauracchio delle mestruazioni

Sono giorni che vedo nella mia bacheca facebook la foto di una donna coricata sopra un letto con addosso un pantalone macchiato di sangue mestruale.  Non ci ho fatto caso più di tanto sinceramente. Oggi però ho voluto approfondire e ho scoperto, a malincuore, di trovarmi difronte all’ennesimo caso di discriminazione femminile.

Foto di Rupi Kaur
Foto di Rupi Kaur

 

La foto in questione, insieme ad altre, è stata scattata da Rupi Kaur, una studentessa che studia all’Università di Waterloo, per un progetto e postata su Instagram. Dopo poco tempo il social ha rimosso le foto poiché non in linea con le politiche adottate.

Il sangue mestruale fa paura e rappresenta ancora un tabù sebbene siamo nel 2015.

Le foto pubblicate mostrano semplicemente delle situazioni che tutte le donne spesso affrontano ma che, a quanto pare, bisogna tenere nascoste. Pantaloni macchiati di sangue, assorbenti arrotolati fanno spavento, vengono considerati come un qualcosa di sudicio, dei quali doversi vergognare e che in qualche modo non rispettano le “politiche adottate”. 

I social network non sono nuovi a queste cose. In passato sono state censurate immagini che contenevano seni nudi di donne (anche quando la causa era benefica, forse qualcun* ricorderà la protesta per la chiusura dell’ospedale Valdese) o di donne che allattavano i figli. Gesti che di sconcio, violento o immorale non hanno nulla!  Vige su facebook una vera e propria “capezzolofobia”. Una paura ipocrita, dato che poi vengono condivise e divulgate immagini, post e pagine violente, sessiste, razziste e discriminanti.

Comunque la risposta di Rupi all’intera vicenda è arrivata ben presto:

“Grazie @instagram per avermi dato prova, con il tuo provvedimento disciplinare, dell’esatta reazione che il mio lavoro voleva innestare e criticare . Hai cancellato la foto di una donna con le mestruazioni completamente vestita, sostenendo che va contro le linee guida della comunità, quando le linee guida non fanno altro che mostrare che è accettabile. La ragazza è completamente vestita. La foto è mia. Non sta attaccando nessun gruppo di persone. Non è neanche spam. E proprio perché non va contro queste linee guida, la riposterò. Non chiederò scusa per non aver alimentato l’ego e l’orgoglio di una società misogina che accetta il mio corpo in mutande ma non con una piccola perdita, quando le tue pagine sono piene di innumerevoli foto/account dove donne (molte delle quali sono minorenni) sono rese oggetti e trattate a mala pena da essere umani. Grazie. L’immagine è parte di un progetto fotografico per il mio corso di retorica visuale. L’intera serie può essere vista su rupikaur.com. Io sanguino ogni mese per aiutare a rendere l’umanità possibile. Il mio grembo è la casa del divino, una fonte di vita per la nostra specie… In civiltà più antiche, questo sangue veniva considerato sacro. In alcune ancora lo è. Ma una maggioranza di persone, società e comunità rifiutano questo processo naturale. Alcuni sono più a loro agio con la sessualizzazione delle donne, la violenza e la degradazione delle donne, ma non con questo. Non gli interessa minimamente esprimere il loro disgusto riguardo tutte queste cose, ma si arrabbierebbero e sarebbero infastiditi dalle mestruazioni. Noi abbiamo le mestruazioni e loro lo vedono come una cosa sporca, per attirare l’attenzione, malata, un peso. Come se questo processo fosse meno naturale di respirare. Come se non fosse un ponte tra questo universo e l’ultimo. Come se questo processo non fosse amore, travaglio, vita. Altruista e straordinariamente bello”.

Parole che condivido completamente, forti, dure e che non hanno bisogno di essere commentate ulteriormente.

Inoltre pare che Instagram abbia chiesto scusa dichiarando che la censura sia frutto di un errore… ma guarda un po’!?

Le foto del progetto sono state prese dal sito di Rupi Kaur

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10 commenti

  1. Non sapevo che anche instagram censurasse! Pensavo, erroneamente, fosse una prerogativa del buon vecchio Facebook.
    Censurata dalla capezzolofobia presente. Allattavo mio figlio e di centimetri di pelle se ne vedevano ben pochi!
    C’è anche un gruppo internazionale ad hoc “hey facebook, breastfeeding is not obscene” di cui sono orgogliosamente membro.

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  2. […] 31 Marzo 2015: Rupi Kaur, una poetessa sikh che studia all’Università di Waterloo, in Canada, ha postato la foto di una ragazza con le mestruazioni su Instagram, ma poco dopo è stata rimossa perché non in linea con le politiche adottate dal social network. Ne abbiamo parlato qui: Lo Spauracchio delle mestruazioni. […]

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  3. […] tollerate: quasi fosse una malattia. Infatti quando Rupi Kaur, poetessa, decide di fare un servizio fotografico di sensibilizzazione su quello che noi donne passiamo quando il nostro utero fa le pulizie di casa, […]

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