MACHOLAND.FR, agire insieme contro il sessismo

Capita anche voi di avere la terribile sensazione che, pur aumentando la consapevolezza, le cose non cambino mai e che i risultati ottenuti siano inversamente proporzionali all’impegno dedicato? Le colonnine sessiste di La Repubblica sono sempre al loro posto, le pubblicità sessiste si sprecano, le battute sessiste dei protagonisti della politica e del mondo dello spettacolo sono all’ordine del giorno e i femminicidi continuano a essere descritti come omicidi mossi da raptus, follia, gelosia e giustificazioni banalizzanti e avvilenti.

A volte ci si sente impotenti.

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Ramòn Casas y Carbo “Dopo il ballo” (1895)

Tra di noi di B&D spesso ci chiediamo “ma a cosa servono tutti questi blog di sensibilizzazione e informazione se poi ci parliamo quasi sempre solo tra di noi (già sensibilizzate) e contro il sessismo che divora la nostra società e ci logora nel quotidiano non si riescono a portare avanti azioni concrete ? “. Vorrei ragionare di questo con voi, sapere cosa ne pensate.

E vorrei raccontarvi di un’iniziativa francese che secondo me é interessante proprio per i motivi seguenti: nasce nel web, tutte e tutti possono partecipare, ma ha finalità precise e si pone obbiettivi reali, a volte con precise scadenze temporali.  Mi interessa osservarla e studiarne il funzionamento perché anche se ha soltanto pochi giorni ( macholand.fr é nat* il 14 ottobre 2014) é già efficace e sembra dimostrare che, nonostante le divergenze, si può remare nella stessa direzione puntando a ottenere risultati tangibili. Alcuni grandi, altri piccoli ma non per questo meno importanti.

Di cosa si tratta? É semplicemente un sito internet. Una piattaforma collettiva di azioni concrete mirate  a combattere il sessismo in Francia.

Capture d’écran 2014-10-22 à 15.18.26Qui il video lancio :

Qui la pagina facebook.

Vi traduco una parte della presentazione :

Macholand.fr é innanzitutto l’espressione di un « non ne posso più » di vedere che nel 2014 il sessismo continui a diffondersi sui nostri schermi, nei nostri giornali o nei discorsi tenuti da personalità pubbliche. Il più delle volte ci viene detto «é solo una battuta» che non abbiamo capito bene. Oppure ovviamente che siamo prive di senso dell’umorismo. Come se il fatto di ridurre le donne a un corpo (ritoccato) a delle mansioni domestiche (poco valorizzate) o a un sesso ( disprezzato) fosse divertente. Da morir dal ridere persino. Che poi, tra l’altro, in molti paesi, il sessismo uccide.  Anche in Francia. Ogni anno, 150 persone muoiono perché sono donne.

Non c’entra niente? E’ vero,  disprezzare le donne, umiliarle, strumentalizzarle o ridurle a oggetto privo di neuroni non favorizza il fatto che siano, a lavoro, in politica o in casa, disprezzate, umiliate, pagate meno, che abbiano minore accesso a posti di responsabilità, che siano molestate (una su 5) o stuprate ( 75.000 all’anno). Nessun nesso.

Macholand.fr vuole far sentire la voce, troppo spesso zittita  nel dibattito pubblico, mediatico o politico, dei cittadini e delle cittadine che rifiutano di vedere il sessismo diffondersi massivamente senza reagire.

Macholand.fr é aperto a tutti e tutte. Ogni internauta può  partecipare e proporre un’azione che con umorismo denunci delle marche, organizzazioni o personalità pubbliche. É grazie ad un’azione virtuale di massa  – su facebook, twitter, via email e perché no, sporgendo denuncia, che il sito permette di agire e far sentire la nostra voce !

Quindi funziona cosi. Ci si iscrive per essere tenut* al corrente delle azioni in corso o per proporne una. Una delle prime é stata quella di proporre un mailbombing contro l’azienda produttrice di detersivi Ariel colpevole della diffusione di una pubblicità sessista. L’azione é ancora in corso.

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Un’altra é scattata contro un esercizio sessista contenuto in un manuale scolastico. Una mamma costernata dal fatto che, per spiegare il concetto di simultaneità, nel libro della figlia ci fossero esempi del tipo : “mentre papà é a lavoro, mamma passa l’aspirapolvere” ha fotografato la pagina incriminata e dato l’allarme via twitter. L’informazione é stata condivisa su Macholand.fr . La partecipazione delle attiviste é stata elevata, il tam tam ha funzionato, l’editore  si é pubblicamente scusato ed ha fatto ritirare le immagini e l’esercizio discriminatorio in questione.

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Un’altra azione : modificare i moduli da utilizzare per creare un’associazione. Nella lista dei membri da nominare, si menzionava UN (maschile) Presidente e UNA (femminile) segretaria.  I moduli da scaricare online dal sito dell’amministrazione pubblica  sono stati modificati a tempo record. L’azione é quindi considerata conclusa!  Capture d’écran 2014-10-22 à 16.49.45

Cosa cambia rispetto a un singolo blog o a un gruppo di attiviste che hanno una pagina facebook? L’autorevolezza data dal vastissimo numero di persone coinvolte e che partecipano, l’efficacia della comunicazione che ha accompagnato il lancio di questa iniziativa, la copertura e l’eco che macholand.fr ha avuto e sta avendo sulla stampa e sulle tv nazionali.

Chi ha avuto l’idea? Alla base del progetto ci sono principalmente Caroline De Haas, 34 anni, ex presidente dell’associazione femminista “Osez le féminisme” (di cui é stata co-fondatrice) e ex consigliera di Najat Vallaud-Belkacem  al Ministero dei diritti delle donne. Clara Gonzales, studentessa 23enne in diritto internazionale,  Elliot Lepers, 22anni, attivista e designer.  Ora il team si sta via via arricchendo di altr* volontar*. Basta proporsi.

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Quali le armi per combattere il sessismo? Sono fermamente convinta che la risposta sia sempre e soprattutto l’educazione. Ripartire dalla scuola e da un’educazione alle differenze resta l’azione più urgente, necessaria per cambiare le mentalità retrograde più diffuse e radicate, necessaria per decostruire il patriarcato e annientarlo. In Francia, nelle scuole e nelle tante associazioni che si occupano di educazione popolare, le attività dedicate alle differenze di genere sono già molte. Sono oggetto di un continuo dibattito nazionale, ma ci sono e sono finanziate dal Ministero dell’Educazione e da quello della difesa dei diritti delle donne.

Ma contro le mille piccole discriminazioni quotidiane possiamo agire in modo forse più sistematico. Spesso quando si riscontra una discriminazione sessista, anche se la si riconosce non si sa come muoversi per farsi valere. Questo collettore di azioni anti-sessiste indica una possibilità : fare massa critica e portare avanti azioni di attivismo partecipativo.

Cosa ne pensate?

Martha Rosler, Semiotics of the Kitchen, 1975
Martha Rosler, Semiotics of the Kitchen, 1975

 

Un commento

  1. Condivido le perplessità e i rischi di un’attività che rischia di parlare sempre alle stesse persone, già coinvolte, attive e sensibili a queste tematiche. Mi sono posta le stesse domande. Penso che si possa e si debba coniugare azione virtuale e concreta nella realtà. Ma dobbiamo essere consapevoli che spesso anche in un contesto di collettivi/gruppi/reti reali non tutto fila sempre liscio. Anzi. Ci sono grossi problemi relazionali che poi portano a risultati rari, se non nulli. La differenza la fanno le persone, ma questo vale nel web così come nella vita quotidiana reale. Ci sono varie motivazioni alla base delle difficoltà di incidere veramente per il cambiamento.
    Grazie per la segnalazione di Macholand. Probabilmente il tessuto sociale francese è più favorevole del nostro. Noi non brilliamo per uno spirito di partecipazione in prima persona.

    In questi miei post spiegavo anche la mia visione: http://simonasforza.wordpress.com/2014/10/21/figli-e-donne-per-la-patria/
    http://simonasforza.wordpress.com/2014/10/09/ricordi-no-sono-i-nostri-diritti/

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