Linda Lovelace: chi ha paura di gola profonda?

Oggi è l’undicesimo anniversario della morte di Linda Lovelace, al secolo Linda Boreman, protagonista del celeberrimo film a luci rosse “La vera gola profonda”. Vi propongo un riassunto della sua biografia, perché la figura di Linda è stata ampiamente manipolata dalle esigenze del porno mainstream, che ha sapientemente occultato quanto di drammatico c’è dietro alla spensieratezza delle scene del film, creando a tavolino l’immagine di una donna vacua e votata al mondo dell’hard, molto più spendibile dal punto di vista commerciale.

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Linda è stata per molto tempo proposta come un fenomeno da baraccone, ricercata unicamente per la sua abilità nell’esecuzione della fellatio, e nessuno si è premurato di raccontarci che questa tecnica le è stata impartita a suon di botte, minacce e ripetute violenze sessuali. “La vera gola profonda” è considerato uno dei primi esempi del porno d’autore: viene presentato alle rassegne cinematografiche avvolto da una patina glamour e circondato da un’aura di nostalgia per la decadenza del cinema a luci rosse odierno.

Noi amiamo il porno. Riteniamo che alcune pellicole siano dei veri capolavori artistici, ma pretendiamo la garanzia che le attrici e gli attori abbiano liberamente scelto di girarne le scene. Conosciamo fin troppo bene lo strisciante legame tra il mondo della prostituzione coatta e quello di un certo tipo di pornografia e vogliamo piena trasparenza in merito a questo aspetto.

Per troppi anni ho guardato “La vera gola profonda” con un certo compiacimento: mi sembrava un film così originale, così diverso dalle pellicole VM18 esposte nell’angolo più triste dell’edicola del quartiere. Osservavo i sorrisi di Linda e non facevo caso ai vistosi lividi sulle sue gambe. Seguivo con malizia la trama del film, lontana anni luce dall’idea che l’attrice protagonista non si trovasse lì di sua spontanea volontà.

Poi ho deciso di approfondire la vita di questa Linda Lovelace, in apparenza così emancipata dal punto di vista sessuale, e il mio velo di Maya si è squarciato.

Nata nel 1949 nel Bronx, Linda trascorre infanzia e adolescenza senza particolari scossoni. A vent’anni resta incinta e la madre dà il figlio in adozione.

All’ inizio degli anni ’70, convalescente dopo un grave incidente automobilistico, conosce Chuck Traynor tramite alcuni amici comuni. Chuck è un gestore di topless bar, copre Linda di attenzioni e regali e in breve tempo la convince a tagliare quasi completamente i rapporti con la famiglia per trasferirsi da lui. Gli affari però vanno male e un brutto giorno Linda viene trascinata in un albergo di provincia dove la aspettano cinque amici di Chuck. Lei non ha minimamente idea di cosa stia succedendo, ma tutto le diviene spaventosamente chiaro quando Chuck le punta una pistola alla testa e le intima di fare sesso con tutti e cinque gli uomini. Linda è sgomenta, cerca di opporre resistenza, ma finisce per piegarsi alle minacce di Chuck e viene ripetutamente e brutalmente stuprata dai cinque. Di quell’episodio Linda in seguito racconterà:

“Riesaminavo quello che era successo. L’uomo col quale vivevo mi aveva puntato una pistola, mi aveva costretta a spogliarmi, mi aveva spedita in una stanza con cinque sconosciuti, mi aveva visto mentre mi stupravano ripetutamente, e ora era arrabbiato perché non ero stata abbastanza eccitante per loro. Buon Dio! “.

Purtroppo è solo la prima di una lunga serie di violenze sessuali, che ridurranno Linda in stato di semi-schiavitù: isolata da amici e familiari, controllata a vista da Chuck, picchiata a intervalli regolari e costantemente sotto la minaccia di essere uccisa. Linda cerca più volte di scappare ma viene sempre riacciuffata e punita. Nel tentativo di sopportare meglio il dolore delle ripetute violenze fisiche e lo stress della continua oppressione psicologica, Linda inizia ad abusare di antidolorifici oppiacei, sviluppando in breve tempo una dipendenza.

Il “debutto” di Linda nel mondo del cinema porno le è ovviamente estorto con la forza: viene costretta a girare delle scene di sesso con un cane, che lei descriverà in questo modo:

“Ogni nuova cosa degradante mi rendeva più debole e ubbidiente. Mi sentivo completamente sconfitta. Non ci potevano essere umiliazioni più grandi. Il ricordo di quel cane non se ne andrà mai, a differenza di altri ricordi. La tristezza opprimente di quel giorno è con me ancora adesso, più forte che mai”.

Viene scelta per girare “La vera gola profonda”, grazie alla capacità di rilassare completamente i muscoli della faringe durante la fellatio, arte che l’ottimo Chuck le ha costretto a imparare a suon di botte e minacce. Sul set Linda sviluppa un buon rapporto con gli altri attori, con il regista e con i produttori. Il film ha un successo strepitoso, e diventa in breve tempo un cult. Linda acquisisce maggiore popolarità e, se da un lato questo la protegge da ulteriori violenze sessuali e la allontana dal mondo della prostituzione “di strada”, dall’altro incrementa la possessività di Chuck e le sue violenze fisiche.
Grazie all’aiuto del coreografo e produttore David Winters, che diventerà suo futuro marito, Linda riesce a fuggire e a far perdere le proprie tracce a Chuck per un tempo sufficientemente lungo da trovare il coraggio di denunciare le torture e le umiliazioni subite.

Nessuno però è disposto a crederle: nessuno vuole accettare che dietro il sorriso rivolto alle telecamere durante le riprese del film ci fossero ben due anni di abusi inauditi. Molto meglio non diversi confrontare con tutta questa sofferenza. Molto più semplice fare finta di niente.

Negli anni successivi Linda denuncia ripetutamente lo squallore del mondo del porno, tenendo numeroso conferenze sul tema presso associazioni femministe. Rifiutata dalla famiglia di origine, rapinata da Chuck di tutti i proventi derivanti da “La vera gola profonda” e nell’impossibilità di trovare un lavoro che non abbia a che fare con l’industria del porno, Linda trascorre gli ultimi anni della propria vita in enormi ristrettezze economiche. Muore in un incidente automobilistico il 22 aprile 2002, a soli 53 anni.

Quello che più fa male, nel leggere la storia di Linda, è constatare che lei è una “fortunata”: la notorietà del film e la conseguente maggiore attenzione mediatica sulla sua persona, hanno permesso di allentare la morsa della pressione psicologica e della violenza fisica che Chuck esercitava su di lei, consentendole di accumulare il minimo di energie indispensabili per tentare l’ultima fuga. Ma quante ragazze non hanno avuto la stessa opportunità? Quante ragazze sono rimaste nell’ombra degli sfruttatori per finire uccise dalle violenze fisiche, dall’HIV o da altre malattie infettive? Quante ragazze stanno subendo ancora oggi tutto questo e non trovano una via di uscita?

Conoscere la storia di Linda ha cambiato il mio approccio al porno e ora le mie scelte sono più oculate: case produttrici affidabili e registi dal curriculum impeccabile. Siamo noi utenti, con i nostri acquisti o i nostri click sui video a determinare l’offerta di questo tipo di prodotti. Ma siccome in questo caso “prodotto” significa “persone” voglio essere sicura che le mie scelte non causino ad altre/ad altri le sofferenze che hanno causato a Linda.

Ulteriori approfondimenti sulla storia di Linda qui

Sui legami tra pornografia e prostituzione qui

Sul mondo del porno mainstream qui

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5 commenti

  1. La ricostruzione di BamboleDiavole suggerisce che le violenze subite da Linda Boreman (in arte Linda Lovelace) nascano nel suo ambiente lavorativo, che è quello dei film a luci rosse, ma non è così. Le violenze, lo spiega la stessa Boreman nell’autobiografico ‘Ordeal’, sono perpetrate dal suo compagno, Chuck Traynor, e hanno quindi una connotazione privata, relazionale. Altra cosa che il post suggerisce, in quanto inserisce la storia dell’attrice americana in un contesto di vera e propria costrizione da parte dell’entourage che ruota attorno a tali produzioni, è che Boreman sia stata coartata dai produttori cinematografici a girare il noto film ‘Deep throat’, ma non è così, fu infatti sempre il marito a forzarla, e tra l’altro la soddisfazione che le diede proprio questa pellicola divenne pretesto per una nuova e più feroce rappresaglia da parte di lui. C’è una descrizione in ‘Ordeal’ dei momenti trascorsi sul set:

    “Qualcosa stava accadendo, qualcosa di strano. Nessuno mi trattava come un bidone della spazzatura […] Ridemmo molto il primo giorno di riprese […]. E nessuno mi chiese di fare qualcosa che non desiderassi fare”.

    Già questo mi sembra abbastanza per escludere ipotesi di minacce o violenze sul set, peraltro mai riferite negli scritti di Boreman. Nell’autobiografia poi si racconta che i contatti con l’industria pornografica successivi alla fuga dal marito furono completamente volontari.

    Quindi, è vero che la vicenda di Boreman è stata usata da alcune femministe che chiedevano la proibizione e la censura del porno, ma negli scritti (‘Ordeal’ e ‘Out of Bondage’) di Boreman non s’individuano testimonianze che possano sostenere le loro tesi (la coercizione come elemento connaturato all’industria del porno). La figura di Linda quindi non è stata usata, come si legge nel post, solo dal “pessimo mondo del porno mainstream” (virgolettato mio) per scopi commerciali, ma anche da alcune femministe per perorare, stravolgendo la realtà descritta dalla stessa Boreman nei suoi libri, la loro causa contro il porno.

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    • Mi scuso per il ritardo nella risposta. Il post voleva semplicemente raccontare una vicenda e aprire una riflessione, non c’è nessuna condanna al porno in sé, che -ribadisco- a noi tutte piace molto. Per scrivere il pezzo mi sono basata sull’ultima autobiografia di Linda (vedi il primo link in fondo al post), nella quale Linda stessa chiarisce le circostanze nelle quali sono stati pubblicate le sue precedenti autobiografie: la prima scaturita direttamente dalla penna di Traynor, la seconda ampiamente “ammorbidita” dalla casa editrice, preoccupata delle conseguenze derivanti dalla divulgazione di simili contenuti.
      E’ vero che Linda non ha mai subìto nessun tipo di coercizione da parte di Gerard Damiano (regista) e Lou Perry (produttore) durante le riprese del film, tuttavia i vistosi lividi sulle sue gambe, evidenti in numerose scene del film, testimoniano le numerose violenze esercitate da Traynor allo scopo di garantire la presenza di Linda sul set. Da “gola profonda” in avanti è stato solo Traynor a compiere violenza su Linda, mentre per alcune pellicole minori girate precedentemente (soprattutto per “Dog 1”) anche registi e produttori hanno avuto un ruolo attivo nel forzare Linda. E’ vero anche che il successo del film si tradusse in un aumento delle violenze sia fisiche che psicologiche di Traynor, il quale, fondata la “Linda Lovelace Enterprises” e introdotta Linda persino nel patinato mondo di “Playboy”, temeva di veder sfumare ulteriori possibilità di arricchimento personale.
      Sulla base del testo da me riportato Linda asserisce di aver volontariamente denunciato un certo tipo di industria pornografica e di aver tenuto cicli di conferenze in giro per gli USA, raccontando la propria storia.
      Non penso affatto che la coercizione sia un elemento connaturato all’industria del porno, tuttavia a me basta pensare che Linda non ha girato “Gola profonda” di sua spontanea volontà per farmi passare all’istante qualsiasi tipo di eccitazione nel guardarlo. Sensazione personale.
      🙂

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